Le carni del maiale: tradizioni a Campagnola Emilia

Il territorio di Campagnola Emilia già in epoca romana era abitato soprattutto da agricoltori e allevatori di suino; ricordiamo, poi, che durante il Medioevo, coloro che custodivano i maiali (i cosiddetti Porcari) erano considerati di rango sociale elevato e il maiale è sempre stato uno degli alimenti base della dieta locale, questo ci fa capire perché la tradizione sia così ben rappresentata dal maiale e dalle sue carni.
A portare avanti con dedizione la tradizione campagnolese è l’Associazione “Il Cicciolo d’Oro” che da anni organizza due eventi interamente dedicati al maiale: Le Notti del Salame, evento che si tiene a maggio, in cui viene eletto il miglior salame dell’anno e Il Cicciolo d’Oro (evento ben più antico), in programma ogni anno a dicembre.
Una festa, quella dedicata ai ciccioli, con tanto di inno al cicciolo, che propone il supercicciolo da guinness e mostra la lavorazione del maiale secondo la tradizione dei norcini di una volta. In effetti il cicciolo è il prodotto che forse meglio rappresenta la tradizione di Campagnola Emilia legata al maiale, tant’è che il tipo di grasso, la provenienza del maiale e le tecniche di lavorazione devono rispettare alcune regole base fondamentali.
All’associazione va assolutamente riconosciuto il merito di tramandare le tradizioni antiche, ha sempre valorizzato il cicciolo, un prodotto di per sé povero e quasi dimenticato, rendendolo un prodotto molto appezzato nella gastronomia locale e facendo sì che venga riconosciuto come “prodotto tipico” della provincia di Reggio Emilia.